LA FORMAZIONE ESPERENZIALE E L’IPPOTERAPIA
L’approccio della formazione esperienziale
Da anni la Comunità San Francesco, ha scelto di formare alcuni collaboratori attraverso l’approccio didattico della formazione esperienziale basato sull’apprendimento attraverso l’esperienza diretta.
Questa particolare metodologia va oltre la semplice trasmissione di conoscenze teoriche, coinvolgendo i partecipanti in attività pratiche che simulano situazioni reali.
L’apprendimento esperienziale si fonda sull’idea che le persone imparano meglio quando sono attivamente coinvolte nel processo di apprendimento e possono riflettere sulle proprie esperienze.
Le radici della formazione esperienziale possono essere ricondotte a diversi teorici dell’educazione, tra cui John Dewey, Kurt Lewin e David Kolb.
I vantaggi e i benefici di questo tipo di formazione, sono costituiti dallo stimolare e coinvolgere direttamente i partecipanti. Quando le persone sono coinvolte in attività pratiche, tendono a essere più concentrate e motivate rispetto all’ascolto passivo di lezioni frontali. Questo coinvolgimento attivo stimola la curiosità e l’interesse, rendendo l’apprendimento più piacevole ed efficace. Quando i partecipanti affrontano situazioni reali o simulate, sono costretti a pensare criticamente, a risolvere problemi e a prendere decisioni. Questo tipo di apprendimento favorisce una comprensione più approfondita e duratura dei concetti, poiché le persone devono applicare attivamente ciò che hanno imparato.
L’approccio formativo viene rivolto sia ai gruppi di lavoro, agli utenti e anche alle scuole primarie, secondari e superiori. Attraverso tali opportunità, si ha l’occasione di costruire momenti aggregativi, particolarmente significativi che aumentano il senso di appartenenza al contesto drug free.
Spesso vengono effettuate attività “outdoor”, ovvero pratiche educative che permettono di interfacciarsi con il singolo e con il gruppo e di raggiungere obiettivi specifici nell’ambito educativo, psicologico, sociale, fisico e tecnico/contenutistico.
Vengono quindi programmate uscite fuori porta con l’intento di mostrare il mondo con occhi diversi, e quindi l’arrampicata, l’orienteering, il canyoning, e l’ippoeducazione, rappresentano strumenti educativi ed esperienziali che raccontano come si possa vivere emozioni intense anche senza ricorrere all’uso di modalità disfunzionali di stili di vita.
L’ippoeducazione
Il cavallo vive il QUI ed ORA e ha la capacità di riportare anche chi gli si affianca, la possibilità di lavorare in maniera profonda sul riconoscimento del proprio Sè, favorendo un’autentica crescita personale. L’attività di ippoeducazione non prevede la messa in sella ma un graduale lavoro da terra utilizzando il linguaggio del corpo che i cavalli utilizzano in natura. Ogni partecipante, singolarmente e in gruppo, si mette in gioco, sotto l’attenta osservazione di una figura professionale, esperta del metodo di equitazione naturale e di educazione degli adulti e dei ragazzi, che facilita la lettura dell’esperienza attraverso le teorie dell’ apprendimento esperienziale, le tecniche di facilitazione e coaching. L’ippoeducazione rappresenta in comunità, un’attività continuativa rivolta a tutti gli ospiti, che vi accedono a seconda della valutazione che il gruppo di lavoro compie durante il percorso personalizzato.
Negli ultimi tre anni, In collaborazione con la Fondazione San Gaetano e il Dipartimento per le Dipendenze dell’A.ULSS 6 Euganea, la Comunità San Francesco mette a disposizione nell’ambito del progetto regionale “Giovani” lo spazio e la professionalità di un ippoeducatore, per laboratori esperienziali che possano rappresentare strumenti di aiuto e supporto a giovani ragazzi e ragazze segnalati/e dai SERD dei territori di Padova, Alta e Bassa Padovana.
L’avvicinarsi ai cavalli, comprenderli e saperli guidare, può rappresentare un ambito psicoeducativo e terapeutico fondamentale, dove la parola viene sostituita attraverso i movimenti del proprio corpo e del fare, che possono rivelarsi, più efficaci delle parole. Il fronteggiamento delle proprie paure, l’emersione di vissuti emotivi diversi e talvolta più intensi di quelli sperimentati con gli effetti delle sostanze, rappresentano esperienze innovative, capaci di stimolare interessi e competenze formative, che possono poi con il supporto specialistico degli operatori, divenire esperienze di connessione mente/corpo.
La formazione esperienziale condotta poi da momenti di condivisione di gruppo, attraverso l’attività dell’arrampicata, del rafting e dell’orienting, propongono anche l’apprendimento di coping skills, spesso interrotto dalle esperienze con le sostanze.
