Clero

Aiuto per religiosi e preti con dipendeze patologiche

Papa Francesco-8“Essere misericordiosi deve essere il nostro primario impegno comune.”

 

 

PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA

La Comunità accoglie consacrati, diocesani e religiosi, che presentano disagi legati a Dipendenze Patologiche, sia da sostanze tipo alcol , droghe, farmaci, ma anche riferitesi a comportamenti , come compulsioni alimentari, gioco patologico, workaholic, shopping compulsivo, dipendenza da internet, compulsioni sessuali, hikikomori, ecc.. Nelle problematiche di dipendenza sono associate anche a disturbi psicopatologici, le problematiche concomitanti riscontrate di frequente sono : disturbi dell’umore, blocchi affettivi, disturbi di personalità. L’abuso di alcol fa degenerare la persona nelle sue diverse componenti, compresa la cura di se.

CARATTERISTICHE DELLA COMUNITA’ E DEL PROGRAMMA

Ai fratelli viene offerto un ambiente protettivo, contenitivo e non giudicante dove possono trovare spazio di condivisione e proiezione le loro difficoltà e le sofferenze di vita trascorsa fino a quel momento. In un ambiente sereno, ex eremo, sono accompagnati nella vita quotidiana da educatori di comunità, e viene dato loro un servizio di psicoterapia individuale settimanale, terapia di gruppo settimanale, consulenza psichiatrica e accompagnamento spirituale. La giornata è scandita da orari precisi: tempi di preghiera comunitaria, attività terapeutiche, educative e sociali.

Il nostro approccio ha un’epistemologia sistemico relazionale, integrata nella visione ecologica francescana , per cui riteniamo fondamentali le relazioni e la ritessitura di eventuali buchi presenti nel sistema , contesto della persona.

santino3MODALITA’ D’ACCESSO

L’accoglienza avviene in genere su segnalazione di un Superiore o di un Vescovo, e nel caso in cui ci sia una richiesta diretta dell’interessato si tende a coinvolgere l’Ordinario, che viene poi coinvolto nel percorso terapeutico. E’ necessario che ci sia un colloquio di conoscenza per valutare reciprocamente l’idoneità del percorso terapeutico.

Già nel primo colloquio si richiede la presenza del Superiore o Vescovo per riconfermare la sua paternità nell’accompagnamento del fratello sofferente della sua comunità.

CONTINUITA’ INTEGRATIVA (DOPO RESIDENZA)

Al termine della residenza ci si rincontra con il Superiore o Vescovo per fare assieme il punto della situazione e discutere assieme quale può essere la collocazione o mansione migliore per il fratello che è in evoluzione, in un’ottica di mettere al primo posto la persona e non il servizio.

Per chi lo desidera viene offerta la possibilità di accompagnamento con colloqui psicoterapeutici quindicinali o mensili.

La persone con dipendenza da sostanze, alcol o altre sono sollecitate a frequentare gruppi di auto ( CAT o AA ) nel loro territorio di residenza.

Nel caso in cui durante la residenza si fossero evidenziate problematiche vocazionali , esistenziali o altre non affrontate o non ricollocate armonicamente nella persona, si dà indicazione di proseguire la crescita personale presso altre comunità specialistiche per consacrati.

Dettaglio programma

I sacerdoti coabitano con secolari che soffrono problemi alcol-correlati, nel reciproco rispetto delle similitudine e delle differenze. La condivisione della vita quotidiana stimola ed aiuta ai consacrati a sperimentare una spiritualità vissuta nelle piccole cose ordinarie con gli altri.  Tutto ciò si concretizza nella relazione di dialogo reciproco dove il vissuto può mostrare che la Chiesa è un ospedale da campo, in cui tutti siamo allo stesso tempo curanti e curati.

Referente:

dr Santino Pantè

san.pante@gmail.com

cell. 333 3673122